Per definire il proprio metodo di studio efficace ed innovativo è necessario comprendere il funzionamento della memoria e della capacità di ricordare nel tempo. In questo articolo partiremo da questo assunto e definiremo una serie di tecniche di memoria atte all’apprendimento rapido, affinché anche lo studio a casa e le ore di studio domestico beneficino di un metodo efficace per imparare meglio e trovare il proprio buon metodo di apprendimento, anche per lo studio universitario.
Le neuroscienze e la psicologia cognitiva definiscono la memoria come quella capacità di assimilare le informazioni e a conservarle nel breve, medio e lungo termine al fine di poterle poi richiamare, sotto forma di ricordo, quando necessario. Lo sai qual è la caratteristica di base della memoria? La memoria è perfetta.
Siamo tutti potenzialmente in grado di memorizzare e ricordare le nostre esperienze e tutto quello che ci accade. Perché a volte questo non accade? Perché il solo termine “memoria” in molti suscita sconforto e frustrazione? Perché si perde tantissimo tempo per dimenticanze di nozioni già studiate? E ancora, perché accade di avere la sensazione di dimenticare una grande quantità di informazioni pur essendo consapevoli di averle già viste, sentite o lette da qualche parte?
Tutto questo è da ricondurre alla mancanza di un giusto metodo e delle tecniche efficaci che permettano di utilizzare al massimo le potenzialità della memoria. Non ci è stato insegnato come utilizzarla e avere un eccellente metodo, men che meno nell’atto dell’imparare a scuola da bambini. Questa assenza di conoscenze efficaci e produttive, aiutano a capire che la convinzione diffusa di avere una scarsa memoria è del tutto sbagliata. In altre parole, è come se avessimo un computer potentissimo senza il “libretto delle istruzioni”: nonostante le sue grandissime potenzialità lo utilizziamo in minima parte.
Conoscendo le giuste strategie, possiamo utilizzare le nostre capacità al meglio evitando la fase di ripetizione continua, poco utile e spesso noiosa. Molti esperti ci confermano che la capacità del nostro “hard disk” mentale è enorme e può fare davvero la differenza: per saturare la nostra memoria dovremmo memorizzare 7 informazioni al secondo per 24 ore su 24, per 113 anni.
Identificare il proprio stile di apprendimento: la chiave per un metodo di studio personalizzato
La memoria coinvolge tutti e cinque i sensi e si suddivide in: visiva, uditiva, olfattiva, gustativa e tattile.
Nell’apprendimento efficace e rapido la tipologia di memoria più utilizzata è la memoria uditiva, mentre la più efficace è quella visiva. La prima, ovvero quella uditiva, costituisce in media solo il 18% delle capacità mnemoniche di archiviazione, quella visiva il restante 82%.
I limiti della memoria uditiva:
Per sviluppare un metodo di studio vincente è essenziale capire che la memoria uditiva utilizza solo una piccola parte delle capacità che caratterizzano l’essere umano. L’ingrediente principe del suo utilizzo è la ripetizione dei testi e/o i riassunti dei concetti chiave di una determinata tematica, il chè risulta troppo spesso faticoso e poco efficace.
Ecco i limiti:
- l’apprendere ripetendo che comporta fatica e il ricordo permane solitamente per un breve tempo;
- risulta spesso noiosa, portando con sé demotivazione e stanchezza;
- è comunemente una memoria di breve durata nel tempo;
- la ripetizione mentale è fragile: basta qualche distrazione per rompere lo schema e per creare difficoltà. In altre parole: ci si impiega tanto tempo per memorizzare e pochissimo tempo per dimenticare.
Perché preferire la memoria visiva per supportare un buon metodo di studio
La memoria visiva invece è molto più incisiva. Questo è risaputo principalmente grazie allo studio delle neuroscienze. La corteccia visiva e motoria sono delle parti molto sviluppate del cervello: per questo motivo si ricorda più facilmente il viso di una persona rispetto al nome, oppure un film rispetto a un testo.
La memoria visiva immagazzina e rafforza i ricordi che vanno oltre la monotona e noiosa ripetizione, utilizzando tre diversi strumenti.
- Immagini | Il linguaggio maggiormente riconosciuto dal cervello è quello delle immagini. Il loro linguaggio è universale. Più l’immagine è chiara e ricca di particolari più si ricorda nel dettaglio e nel lungo periodo.
- Associazioni di immagini | La memoria si sviluppa progressivamente attraverso una rete di connessioni neuronali multiple: un ricordo sarà più facile da ripescare se è associato ad altre informazioni che già conosciamo.
- Emozioni | Influenzano la conservazione delle immagini e determinano la forza dell’impressione del ricordo. Si ricorda meglio ciò che ha procurato una forte sensazione, che sia positiva o negativa.
Per definire il tuo metodo di studio efficace è fondamentale che memoria uditiva e visiva si completino e compenetrino l’un l’altra in modo da sfruttare il 100% delle capacità mnemoniche, utilizzando la convergenza delle due componenti.
Nonostante queste caratteristiche della nostra memoria, ci sono persone che prediligono canali comunicativi diversi: più nel dettaglio ci sono persone più visive, altre maggiormente auditive o cinestesiche. Andiamo a scoprire più nel dettaglio queste tre tipologie!
Una persona che ha il sistema visivo più sviluppato rappresenta un’enorme quantità di dati simultaneamente e istantaneamente e prende decisioni mettendo a fuoco contemporaneamente immagini differenti. Utilizza un linguaggio con frasi come: dare un’occhiata, senza ombra di dubbio, vedere di sfuggita, avere una prospettiva, vedere a occhio nudo, ti ho rivisto con piacere, mi appare chiaro, sguardo d’insieme, alla luce dei fatti, in vista di domani…
Una persona invece con il canale uditivo più sviluppato ama la musica e parla volentieri al telefono. Il processo auditivo è sequenziale ed è più lungo del processo visivo. Le frasi che predilige sono: stonato come una campana, concetto espresso chiaramente, descrivere in dettaglio, prestami attenzione, un’opinione di parte, sono tutt’orecchi, fornire un resoconto, intonato, non mi suona bene, parola per parola…
Una persona invece prevalentemente cinestesica si muove e parla lentamente, gradisce il contatto fisico, non bada all’aspetto ma alla comodità. Il sistema cenestesico è il più lento di tutti. Le frasi più apprezzate sono: totalmente sbagliato, mettersi in contatto, il nocciolo del problema, resistere alle sensazioni, mantenere la calma, persona poco responsabile, è una persona in gamba, basi salde, cogliere l’attimo, sotto pressione, ti aspetto con ansia, testa calda…
Ognuno di noi utilizza tutti e tre questi canali comunicativi, solitamente uno prevale rispetto agli altri. Prova a osservarti nella tua quotidianità e a individuare il tuo canale preferenziale, se hai il piacere di approfondire questo argomento ti suggerisco di farlo attraverso la PNL (Programmazione Neuro Linguistica) con i canali comunicativi V.A.K.
Questi canali comunicativi possono avere un impatto anche nel tuo apprendimento durante lo studio, in quanto gli strumenti fondamentali della memoria visiva che abbiamo visto prima (le immagini, le associazioni di immagini e le emozioni) possono essere adattati in base a questi tre canali preferenziali: una persona più visiva può memorizzare attraverso immagini molto colorate, dinamiche, una persona auditiva con immagini con suoni o rumori, una persona cinestesica con immagini più legate alle sensazioni e alle emozioni. Ecco che identificare il proprio stile di apprendimento influenza l’efficacia dello studio.
Tecniche di studio agile: adattare i metodi alle esigenze moderne
La società è sempre più veloce e ricca d’informazioni: si è chiamati a ricordare in maniera rapida e specifica. Utilizzare le classiche strategie di apprendimento, attraverso i metodi tradizionali, richiede moltissimo tempo, generando così stress, inutili perdite di risorse e demotivazione. Molti sono gli studenti universitari che dedicano la loro vita esclusivamente allo studio, spesso rimanendo indietro con gli esami perché non riescono a stare al passo con la mole di informazioni da ricordare.
Il nostro corpo e la nostra mente sono interconnessi. Ti svelo subito una strategia efficace nello studio ma non solo, che attraverso il corpo la mente ne viene a beneficiare. Che senso ha apprendere se si è distratti, poco concentrati, sotto stress, si sta pensando ad altro? Ecco che ti insegno una tecnica di studio agile che ti permette, nel giro di una quindicina di secondi, di essere in una situazione ideale di apprendimento.
Secondo la medicina cinese i meridiani energetici sono specifiche parti del corpo che corrispondono a degli organi ben definiti. All’esterno delle mani vi è il punto karate: si trova sul lato della mano sotto al mignolo; è la parte normalmente utilizzata nell’arte marziale per colpire e può essere attivata picchiettandolo con le dita. Questa azione stimola l’attività cerebrale e, sincronizzando emisfero destro ed emisfero sinistro, attiva le sinapsi, preparando la mente a un rendimento intenso ed efficace.
La tecnica per stimolare il punto karate delle mani consiste nel battere con vigore il punto karate di una mano sul palmo dell’altra, alternando le due mani. Si ripete l’azione diverse volte fino a sentire il formicolio delle mani.
Questa tecnica si può utilizzare:
- prima di uno sforzo mentale importante;
- per preparare il cervello a ritenere le informazioni;
- per essere presente nel qui e ora;
- in seguito alla memorizzazione dei dati per fissare ulteriormente le informazioni apprese;
- prima di un esame;
- prima di una prova;
- prima di un evento importante;
- quando si è stanchi;
- quando non si è concentrati;
- in un momento di forte stress;
- per “sgranchire” i neuroni;
- per far sì che la mente si riattivi anche se sotto sforzo;
- per ottenere nuova energia quando si esegue un’attività pesante per lungo tempo.
L’utilizzo della tecnologia nel metodo di studio: strumenti e app
I dispositivi tecnologici possono essere un valido alleato per ottimizzare il nostro studio e il nostro apprendimento: ci sono a disposizione diversi software e app di studio che possono darci una mano per uno studio efficace e veloce.
Probabilmente avrai già sentito parlare di mappe concettuali: si tratta di una tecnica di rappresentazione grafica e simbolica che, unendo immaginazione e creatività, consente di rielaborare i concetti per consolidare la conoscenza e struttura l’informazione attraverso l’assimilazione, l’organizzazione, l’associazione e l’espressione in una forma sintetica e strutturata che facilita i processi di comprensione, memoria e analisi dell’informazione a livello mentale.
Può essere rappresentata manualmente oppure tramite PC con dei software per la realizzazione di mappe, che consiglio per praticità, chiarezza ed efficacia.
Uno dei software più usati, e in versione free, è Xmind. È un software ideato per costruire virtualmente mappe mentali con precisione e rapidità. Ti consiglio d’imparare ad utilizzarlo, data la sua comodità, anche nel prendere appunti a lezione in maniera rivoluzionaria. Queste mappe possono essere soggette a diverse modifiche e cambiamenti: grazie al programma non importa quante modifiche o aggiunte vengono effettuate nella mappa, essa manterrà in ogni caso un ordine e una struttura organizzata in modo chiaro.
Un altro tool molto pratico da utilizzare per gestire il tempo legato allo studio è Pomofocus. La tecnica utilizza un timer per suddividere il lavoro in intervalli ed è composta da più passaggi:
- si decide l’attività di studio da svolgere;
- imposta il timer su Pomofocus (solitamente sui 25 minuti);
- lavora sull’attività;
- si termina il lavoro quando suona il timer;
- fai una breve pausa (dai 3 ai 5 minuti), per poi ripartire con la nuova attività da svolgere impostando nuovamente il timer di 25 minuti;
- dopo quattro “pomodori”, si può fare una pausa più lunga (dai 15 ai 30 minuti).
Apprendimento attivo vs passivo: tecniche per massimizzare la ritenzione
La classica metodologia di apprendimento è quella del leggere il libro di testo più volte e poi ripetere allo sfinimento quello che si è sottolineato. Lo fanno migliaia di studenti ogni giorno ed è, quindi, metodo – sbagliato – più usato. È il più utilizzato perché è il più conosciuto, o meglio, l’unico conosciuto. Quanto però è efficace? Davvero stimola la memoria e il cervello?
Lo si insegna ai bambini a scuola con la speranza che siano poi in grado in autonomia di adeguarlo alla quantità e qualità di informazioni che il mondo in cui viviamo ci chiede di ricordare. Molti studenti arrivano all’Università sconfortati e sotto stress per l’incapacità di gestire tempi, ritmi e mole di studio. Quanti studenti rinunciano agli studi o al lavoro dei loro sogni per mancanza di metodo?
Questa modalità di apprendimento, oltre ad essere poco efficace, è anche noiosa e decisamente poco interattiva. Viene inibita la capacità di ragionamento perché leggere un paragrafo e ripeterlo non ci permette di sviluppare senso critico, di stabilire collegamenti e fare considerazioni capendo ad esempio ciò che è principale e ciò che non è prioritario. La ripetizione di un’informazione utilizza la memoria uditiva che, come abbiamo visto anche prima, non incide profondamente sulla capacità di ricordare e necessita di svariate ripetizioni per un risultato soddisfacente, almeno nel breve termine.
Avere un ruolo di spettatore, inoltre, è noioso, svilente e demotivante. Tutto ciò che all’apparenza ci sembra noioso assume un interesse più vivo nel momento in cui si diventa partecipativi: funziona allo stesso modo per l’apprendimento. Leggere e ripetere nella speranza che le informazioni ci restino a mente è senza dubbio un approccio passivo.
Come fare a cambiare e ad avere un metodo di studio attivo? Porsi delle domande è un’ottima idea, per iniziare!
Esiste un metodo di studio che consente di farlo ancora prima di iniziare a leggere, solo basandosi sul titolo e su quello che sappiamo già di quell’argomento dalla fase del prendere appunti durante la lezione. Puoi continuare a porti domande anche in seguito sulla base delle nuove informazioni acquisite, cercando collegamenti, ipotizzando tesi, anticipando conclusioni…
Collaborazione e studio di gruppo: sfruttare la sinergia in modo efficace
Studiare da soli o studiare in gruppo? Analizziamo subito i pro e i contro di entrambe le modalità di studio che invito a sperimentare per testare in prima persona l’efficacia. Premettiamo che prima di scegliere il proprio percorso di studio da soli o in gruppo, è bene definire sempre a priori gli obiettivi di apprendimento. Domande come “Cosa cerco di ottenere da quella sessione di studio?”, “Cosa devo imparare in modo specifico?” sono lecite, anzi obbligatorie!
Nel lavoro individuale ci si può distrarre di meno e si investe quindi il tempo in maniera più ottimale. Far parte di un gruppo di studio infatti ha senso solamente nel momento in cui tutti sono concentrati e focalizzati sull’intento di studiare.
Da soli è inoltre possibile seguire i propri ritmi e le proprie modalità, senza doversi adattare a esigenze e modi differenti.
Allo stesso tempo, a volte da soli si può perdere di motivazione, soprattutto nei momenti più impegnativi in cui c’è bisogno di un supporto e, nel caso di perplessità, non è possibile avere un confronto in tempo reale con qualcuno.
Lo studio di gruppo, con amici oppure con studenti della stessa facoltà, può essere invece molto stimolante. Dà l’opportunità di condividere opinioni e risultati, permette di risolvere velocemente dubbi con un confronto, può impartire un ritmo di lavoro che a volte si faticherebbe a tenere da soli. Inoltre studiare con altre persone aumenta la motivazione reciproca e migliora le relazioni sociali.
Come aspetto poco funzionale da tenere in considerazione ci può essere la distrazione nel lavorare in gruppo: a volte il gruppo di studio può trasformarsi nel gruppo di divertimento, perdendo così di vista l’obiettivo. Ci si potrebbe inoltre scontrare con metodologie di studio e apprendimento molto diverse: ognuno ha la necessità di impostare il proprio studio in maniera personale.
Sei abituato a studiare da solo o a studiare in gruppo? Prova a sperimentare di più la modalità opposta rispetto a quella a cui sei abituato per testarne la sua possibile efficacia.
Revisione e autovalutazione: elementi fondamentali di un metodo di studio efficace
Per imparare a scuola o preparare esami universitari è fondamentale saper autovalutare la comprensione e la memorizzazione del materiale di studio che poi si ha modo di utilizzare nel proprio quotidiano. Ciò risulta semplice e immediato perché è un processo naturale, quasi spontaneo che avviene nel momento in cui si richiamano alla mente le informazioni, quando necessario.
Consideriamo invece ora le nozioni teoriche che non si ha modo di mettere in pratica nella propria quotidianità o che comunque non si richiamano alla mente spesso.
Considera che senza mettere in pratica i consiglio di Nicoletta questo è ciò che accade di norma:
– dopo 9 ore si perde il 60% di quello che impariamo;
– dopo 24 ore l’80%;
– dopo 7 giorni il ricordo tende allo 0.
Ora ti fornisco alcuni punti chiave di una strategia di ripetizione programmata che ogni studente è importante che tenga in considerazione per evitare di perdere tutte quelle informazioni acquisite che, se non ripassate, vengono perse.
Questa modalità di ripasso fa diventare un ricordo cultura nel senso che fa si che un’informazione rimanga nella nostra mente nel lungo termine, e diventa di conseguenza anche l’occasione per autovalutare e monitorare l’efficacia del nostro studio. Questi ripassi agevolano inoltre notevolmente il lavoro per la preparazione degli esami che prevedono conoscenze pregresse di studi già fatti, oltre a un approccio più sereno in vista di un futuro lavorativo: ricordiamoci che all’Università si apprende per poi un’attività lavorativa futura!
Ecco i miei consigli su come organizzare il ripasso:
- primo ripasso rapido, dopo un’ora dallo studio per fissare bene il ricordo;
- ripasso entro 24 ore, per recuperare il 100% delle informazioni apprese;
- ripassi intermedi, tra 1 e 7 giorni dopo il primo studio, per consolidare il ricordo;
- ripasso dopo un mese, per mantenere la memoria attiva nel tempo;
- ripasso finale, 3-6 mesi dopo il primo studio, per un ricordo a lungo termine.
In conclusione possiamo dire che nonostante la montagna di pagine da studiare da tutte le materie scolastiche, che sia per una interrogazione o per preparare un esame, è bene evitare di ricadere nella ripetizione che di base poi si trasforma nei: “Non ricordo”, “In questo momento proprio non mi viene in mente”, “Un attimo che lo scrivo”. Quante volte ti succede nell’arco della giornata da studente di pronunciare frasi di questo tipo? Quante volte ti trovi sconfortato per aver dimenticato quell’importante informazione appresa sui libri?
I programmi universitari sono sempre più ricchi d’informazioni: si è chiamati a ricordare in maniera rapida e specifica. Utilizzare le classiche strategie di apprendimento , attraverso i metodi tradizionali, richiede moltissimo tempo, generando così stress, inutili perdite di risorse e demotivazione.
Per questo è oggi necessario avere un metodo di apprendimento efficace che consenta di apprendere con velocità e facilità qualsiasi tipo di informazione, ricordandola nel tempo. Da oggi sono a disposizione le migliori tecniche di memoria e lettura veloce che consentono di utilizzare al meglio le potenzialità del cervello, attraverso concrete strategie per il proprio metodo di studio ottimale, nel quotidiano come studente e per un futuro professionale.
In questo articolo hai potuto cogliere come, anche se ancora a livello molto basico, possano esserci strategie di apprendimento molto utili che consentono di utilizzare al meglio le proprie risorse. Il mio intento è quello di aprirti alla curiosità e a questo mondo, in modo che tu possa approfondire e comprendere che, attraverso gli strumenti giusti, possiamo davvero creare le magie…e. ottenere risultati migliori. Il motto che mi sono creata in questi anni e che amo molto è: “Non è magia, è strategia, ed è attraverso la strategia che creo la magia per raggiungere gli obiettivi!!!”
Perché tu possa davvero trasformare il tuo presente e creare il tuo futuro in maniera consapevole.